Il mondo della luna, libretto, Dresda, 1754

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera in casa di Ecclitico con tre sedie.
 
 LISETTA con paggi
 
 LISETTA
 Olà paggi, staffieri,
1160camerieri, braccieri,
 datemi da sedere. Arricordatevi
 ch'io son la monarchessa.
 Vogl'esser obbedita e rispettata
 e se farete ben, vi sarò grata.
1165Sopra tutto avvertite
 di nulla riportarmi
 di quel che fa il mio sposo
 e null'a lui mai riportar di me,
 mentre ognuno di noi pensa per sé.
1170Avete a dormir poco;
 avete a mangiar freddo
 e nell'ore dell'ozio
 vuo' che l'astrologia tutti studiate,
 acciò saper possiate
1175quello che far vi tocca,
 senza che a comandarvi apra la bocca.
 Se qualchedun sospira
 per le bellezze mie, ditelo in modo
 di non farmi arrossir. Se la fortuna
1180aiutar vi vorrà con delle mancie,
 un occhio serrerò
 né la vostra fortuna impedirò.
 Ma che vedo? Son qui le mie padrone?
 Che padrone? Son io la maestà;
1185mi metterò in contegno e gravità.
 
 SCENA II
 
 FLAMINIA, CLARICE e detto
 
 FLAMINIA
 (Divertiamoci un poco). (A Clarice)
 CLARICE
                                                (È tanto sciocca
 che il sognato piacer si gode in pace).
 FLAMINIA
 (Facilmente si crede a quel che piace).
 LISETTA
 (Che dicono? Che fanno?
1190All'uso feminil mormoreranno).
 FLAMINIA
 Signora, mi consolo
 della vostra fortuna.
 LISETTA
                                       Vi ringrazio.
 CLARICE
 Me ne consolo anch'io.
 Viva vostra maestà.
 LISETTA
                                       Ragazze, addio.
 FLAMINIA
1195Si ricorda, signora,
 quand'era nostra serva?
 LISETTA
                                               State zitta.
 Del nostro primo mondo mi scordai,
 come se non ci fossi stata mai.
 CLARICE
 Quest'è l'uso comune;
1200chi sorte ha migliorato
 non si ricorda più del primo stato.
 LISETTA
 Come vi piace il mondo della luna?
 FLAMINIA
 È bello, è bello assai.
 LISETTA
                                        Sediamo un poco.
 CLARICE
 Lei ci fa tropp'onore.
 LISETTA
1205Sì sì, vi voglio far questo favore.
 FLAMINIA
 (È ridicola invero).
 CLARICE
                                      (Io me la godo).
 Mi favorisca, lei
 è proveduta ancor de' cicisbei?
 LISETTA
 Oh che diamine dite?
1210Oggi ho preso marito.
 CLARICE
                                           In questo mondo,
 per quel che m'hanno detto,
 insegna della luna il galateo
 essere posto in uso il cicisbeo.
 FLAMINIA
 Quest'è comune usanza;
1215e saria il non averlo una increanza.
 LISETTA
 Ma il marito?
 CLARICE
                         Il marito,
 fra i lunatici umori il più corrente,
 tacerà, soffrirà, non dirà niente.
 FLAMINIA
1220Il lunar cicisbeo
 pria che siate levata
 verrà a bever da voi la cioccolata.
 LISETTA
 E il marito?
 CLARICE
                      E il marito
1225col medesimo gioco
 andrà a beverla anch'egli in altro loco.
 LISETTA
 Ma io, che son novella,
 trovarmi non saprei
 di questi cicisbei.
 CLARICE
                                   Fate così.
1230Ditelo al vostro sposo.
 Un marito amoroso
 alla moglie prudente
 trova egli stesso il cavalier servente.
 
    Un parigin che serva
1235per mera civiltà
 col suo servir conserva
 le leggi d'onestà.
 Guardatevi da quelli
 che voglion comandar.
1240Già so che m'intendete
 né voglio mormorar.
 
    Vi basti un solo laccio
 che è quel del vostro sposo.
 Fuggite il duro impaccio
1245d'un cicisbeo geloso.
 Se docile è il servente,
 si puole sopportar
 ma quando è impertinente
 si manda a far squartar.
 
 SCENA III
 
 FLAMINIA e LISETTA
 
 FLAMINIA
1250Possibile, o Lisetta,
 che ti lasci acciecar da l'ambizione?
 E non vedi che questa è una illusione?
 LISETTA
 Olà, come parlate? (Si alza)
 FLAMINIA
 Si fan delle risate
1255a causa della tua sciocca credenza.
 LISETTA
 Cos'è questa insolenza?
 Lo so che per invidia voi parlate.
 Io sono imperatrice e voi creppate.
 FLAMINIA
 Tu sei pazza...
 LISETTA
                             Tacete.
 FLAMINIA
1260Lo vedrai...
 LISETTA
                        Non v'ascolto.
 FLAMINIA
 Cecco è l'imperator.
 LISETTA
                                       No, non è vero.
 FLAMINIA
 Il lunatico impero
 terminerà in fischiate.
 LISETTA
 Io sono imperatrice e voi creppate.
 FLAMINIA
 
1265   Ah purtroppo il nostro core,
 che mal regge i propri affetti,
 ingannar da falsi oggetti
 sempre mai si lascierà.
 
    Or la gioia, or il dolore
1270forsennato in sé comprende
 ma né l'un né l'altra intende
 e scoprire il ver non sa.
 
 SCENA IV
 
 LISETTA sola
 
 LISETTA
 Oh guardate, garbata signorina!
 Con me, che son regina e monarchessa,
1275voler venir a far la dottoressa?
 Ma purtroppo è così. Quando si dona
 a certa gente bassa
 un po' di confidenza
 convien sempre temer qualche insolenza.
1280E poi e poi l'invidia
 è il vizio che a costoro il cor martella.
 Or di questa, or di quella
 si mormora da loro a più non posso
 e si taglian agli altri i panni adosso.
 
1285   Quando si trovano
 le basse femmine,
 dicono, parlano
 sempre così.
 «Ehi non sapete?
1290Nina l'ha fatta».
 «Che cosa dite?»
 «Lilla fuggì».
 Le basse femmine
 sono così.
 
1295   Ma di quel numero
 io non vogl'essere.
 Son fatta nobile
 e il basso spirito
 da me svanì.
 
 SCENA V
 
 Sala in casa di Ecclitico con picciolo tempio in prospetto, illuminato, colla statua di Diana e trono da un lato.
 
 ECCLITICO, BUONAFEDE, CECCO da imperatore, ERNESTO e seguito di cavalieri e servi
 
 CECCO
1300Uomo sublunare,
 in questo nostro mondo
 le figlie, quando sono da marito,
 si maritano tosto e non si aspetta,
 come talor nel vostro mondo usate,
1305che le femine sian quasi invecchiate.
 BUONAFEDE
 Eh signor, le mie figlie
 son pure ed innocenti.
 CECCO
                                       E pur si dice
 che le femine vostre
1310nascon laggiù colla malizia in corpo.
 ECCLITICO
 È vero, dite bene,
 appena una ragazza sa parlare
 principia a ricercare
 cosa vuol dir sta cosa e poi quest'altra.
1315E con il praticar diventa scaltra.
 Le fanciulle alla moda
 sanno dove che il diavolo ha la coda.
 BUONAFEDE
 Ma Flaminia non sa, non sa Clarice
 distinguer dalla rapa la radice.
 CECCO
1320Orsù, se queste figlie
 hanno da star quassù,
 maritarle conviene,
 altrimenti così non stanno bene.
 BUONAFEDE
 Io mi rimetto a quello che farà
1325vostra più che lunare maestà.
 ECCLITICO
 Ecco viene Flaminia, ecco Clarice,
 corteggiando la nostra imperatrice.
 
 SCENA ULTIMA
 
 Tutti
 
 LISETTA
 Brave, brave, ragazze, mi piacete.
 Se voi mi servirete,
1330la mancia vi darò
 e quanto prima vi mariterò.
 CECCO
 Sposa, venite in trono;
 se vostro sposo io sono,
 vuo' che siam promotori e testimoni
1335di due altri felici matrimoni. (Va in trono con Lisetta)
 Espero, a voi destino (Ad Ernesto)
 Flaminia per consorte.
 La prenderete voi?
 ERNESTO
                                      Sì, mio signore,
 lieto la sposerò con tutto il core.
 CECCO
1340E voi, Flaminia bella,
 siete di ciò contenta?
 FLAMINIA
                                         Contentissima.
 ERNESTO
 Sposa mia dilettissima.
 FLAMINIA
 Adorato consorte.
 A DUE
 Oh felice momento! Oh lieta sorte!
 ERNESTO
 
1345   Cara, ti stringo al seno.
 
 FLAMINIA
 
 Caro, già tu sei mio.
 
 A DUE
 
 Oh che contento, oh dio!
 Ah che mi balza in petto
 tutto brillante il cor.
 
 BUONAFEDE
1350Oh figlia, oh sangue mio,
 nel vederti gioir, giubilo anch'io.
 CECCO
 Ecclitico, a voi tocca
 render lieta e felice
 con i vostri sponsali anco Clarice.
 ECCLITICO
1355Eccomi, pronto io sono
 e della destra sua sospiro il dono.
 CECCO
 Clarice il prenderete?
 CLARICE
                                           E perché no?
 Anzi con tutto il cor lo prenderò.
 ECCLITICO
 Ecco la mano.
 CLARICE
                            E con la mano il core.
 A DUE
1360Oh felice fortuna! Oh lieto amore!
 ECCLITICO
 
    Sposina mia cara.
 
 CLARICE
 
 Sposino diletto.
 
 ECCLITICO
 
 Mi sento nel petto
 il core balzar.
 
 CLARICE
 
1365   La gioia, l'affetto
 mi fa giubilar.
 
 A DUE
 
    Ohimè che contento!
 Ohimè cosa sento?
 Non posso più star.
 
 BUONAFEDE
1370Cara la mia figliola,
 il vederti contenta mi consola.
 CECCO
 Buonafede, che dite?
 Siete di ciò contento?
 BUONAFEDE
                                          Anzi ho piacere
 che sian le mie figliole maritate.
 CECCO
1375Voi stesso l'approvate?
 BUONAFEDE
                                            Signorsì...
 CECCO
 Quando dunque è così,
 per maggior sussistenza
 del loro matrimonio,
 acciò non si rendesse un giorno vano,
1380congiungetele voi di vostra mano.
 BUONAFEDE
 Sì signor, dite bene,
 questa funzione al genitor conviene.
 
    Qua la mano, qua la mano.
 Vi congiungo e sposi siete.
1385State uniti, se potete;
 fra voialtri non gridate
 e al dovere non mancate
 della vostra fedeltà.
 
 CECCO
 Orsù, tutto è finito. (S’alza)
1390Son fatti i matrimoni.
 Buonafede è contento.
 Voi siete sodisfatti.
 Ognun vada a goder la sua fortuna
 e bisogno non v'è più d'altra luna.
 ECCLITICO
1395Sì sì, voi dite bene,
 or che siam maritati,
 or ch'è ognuno di noi lieto e giocondo,
 tornar tutti potiam al nostro mondo.
 ERNESTO
 Al mondo ritorniamo
1400e grazie a Buonafede noi rendiamo.
 BUONAFEDE
 Come? Che cosa dite?
 Intendervi non so.
 CECCO
 Meglio dunque con voi mi spiegherò.
 TUTTI
 
    Questo è quello che succede
1405a chi vuol cambiar fortuna;
 tutto spera, tutto crede
 nelle stelle e nella luna;
 ma alla fin si pentirà
 chi lunatico sarà.
 
 Fine del dramma